Se parliamo di donne che hanno fatto la storia, non si può non menzionare Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore.
Per capire l’importanza della scelta di Viola bisogna ricordare che fino al 1981 nel codice penale italiano c’era addirittura un articolo, che sosteneva, in sostanza, che una persona colpevole di stupro poteva evitare di andare in prigione se sposava la persona che aveva stuprato.
Questo era quello che spera di fare Filippo Melodia, nipote di un mafioso, che il 26 dicembre 1965 rapisce Franca Viola, 17 anni, per poi tenerla segregata per otto giorni e violentarla più volte.
Il primo gennaio 1966, Bernardo Viola, papà di Franca, viene dunque contattato per essere informato che la figlia non è più vergine e che si deve quindi organizzare il matrimonio riparatore.
Bernardo finge di accettare la proposta per poter recuperare la figlia, ma si accorda in realtà con la Polizia che il giorno successivo arresta lo stupratore liberando Franca.
Il caso suscita grandissimo clamore perché per la prima volta una donna si ribella alla legge del matrimonio riparatore, sostenuta per di più dalla sua famiglia, che rifiuta categoricamente di farla sposare con il suo rapitore.
Franca decide di testimoniare al processo, scontrandosi contro la mentalità del tempo, che ovviamente non manca di accusarla di essere stata frivola e consenziente al rapporto, ma lei non ritratta, sempre supportata dal padre.
Melodia viene infine condannato a 11 anni di carcere. Morirà nel 1978 in un agguato mafioso.
Nel 1968 Franca Viola, che sarà anche ricevuta dal Papa per il suo coraggio, sposa per amore il giovane Giuseppe Ruisi.