Giochi Olimpici 1960, Roma.
L’etiope Abebe Bikila arriva a braccia alzate ed a piedi scalzi al traguardo della maratona, posto sotto l’Arco di Costantino. É il primo atleta africano a vincere una medaglia d’oro ai Giochi.
Nato nel 1932 a Bagora (Etiopia), a 19 anni, entrato nella Guardia del Corpo dell’imperatore Haile Selassie, incontra il preparatore fisico finlandese Onni Niskanen che intravedendone le potenzialità lo avvia alla corsa sulle lunghe distanze.
Abebe si presente a Roma per i Giochi da perfetto sconosciuto. Il 10 settembre 1960 è il giorno della Maratona. Durante il riscaldamento un giornalista gli si avvicina con una domanda: “pensa di finire la gara?”. Bikila risponde in italiano:”se non finirò questa gara non ce ne sarà una seconda”.
Poi Bikila, arrivato prima degli altri ai nastri di partenza, incontra un vigile cui si rivolge: “vengo primo, arrivo primo”. Il vigile lo vede senza scarpe ed esclama: “ma neanche la punta di un chiodo”.
Sul perché Bikila abbia corso a piedi nudi quella Maratona ci sono tante versioni. Quella più verosimile riguarda la decisione di correre senza scarpe presa dell’atleta dopo un sopralluogo sui basoli dell’Appia Antica. L’appoggio del piede nudo renderà più naturale la corsa.
Bikila parte per ultimo ma sarà il primo a passare sotto l’Arco di Costantino alle otto di sera davanti ad una Roma completamente illuminata.
Subito diviene celebrità. Si ripete anche alla Maratona dei successivi Giochi Olimpici di Tokyo 1964. Primo atleta a vincere due maratone olimpiche consecutive.
Poi, il declino. Nel marzo 1969, a causa di un incidente stradale, perde l’uso delle gambe ed è costretto su una sedia a rotelle.
Muore nel 1973, vittima di un’emorragia cerebrale.
Alessandro Di Nardo