Non è un pesce d’aprile, ma Mario Magnotta fu sicuramente la più grande vittima di scherzi che l’Italia ricordi.
Mario Magnotta non era un attore e nemmeno un personaggio pubblico. Era un semplice bidello dell’istituto tecnico commerciale “Luigi Rendina”.
E proprio da alcuni ex allievi della scuola iniziò a ricevere diversi scherzi telefonici.
Separato dalla moglie, aveva confidato ad Antonello De Dominicis e Maurizio Videttadi di aver chiesto al negozio di avere per sé la lavatrice acquistata poco prima della separazione: a turno, i ragazzi iniziano a chiamarlo fingendosi intermediari del negozio e proponendogli sempre più strampalate soluzioni, fino a convincerlo che per contratto avrebbe dovuto acquistare nuovi elettrodomestici ogni due anni.
Lo scherzo va avanti per più di un mese finché il 16 settembre 1987 i due complici effettuano l’ultima telefonata.
La chiamata viene registrata e diventa patrimonio dell’Italia intera: all’ennesima richiesta di risarcimento, Mario Magnotta si esibisce in una serie infinita di bestemmie e improperi in dialetto aquilano. Il nastro della registrazione inizia a circolare fino a trasformare il povero Mario nella vittima prediletta degli scherzi di tutt’Italia. Celebre la sua frase «m’iscrivo ai terroristi» usata durante la quarta chiamata dello scherzo della lavatrice.
La storia ha un lieto fine: Magnotta, diventa “il bidello più celebre d’Italia”, e viene invitato in numerose trasmissioni televisive dove diventerà un opinionista richiestissimo per la sua simpatica verve.
Anche i due ex alunni vengono perdonati e stringono con Magnotta una sincera amicizia che durerà fino alla sua morte.