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Uova imperiali. I doni dello zar Nicola II alla zarina Alessandra

Fra il 1885 e il 1917 furono realizzate ben 52 uova Fabergé come doni pasquali. Una raccolta di tutte le meravigliose uova donate prima da Alessandro III e poi da Nicola II alle donne della loro vita: la zarina Maria Fëdorovna e la zarina Alessandra.

Il primo uovo donato dal nuovo zar Nicola II alla zarina Alessandra, fu l’uovo del bocciolo di rosa del 1895.
Il gioiello, fatto interamente d’oro, è smaltato di rosso fragola ed è diviso in otto pannelli da alcune bande di diamanti. I pannelli superiori sono decorati con ghirlande d’oro smaltate, mentre i pannelli superiori hanno anche una freccia di diamanti che punta verso l’alto.
Alle estremità dell’uovo, circondati da una fila di diamanti taglio rosetta, sono posti due diamanti: quello superiore è tagliato come una lastra sottile attraverso la quale è visibile un ritratto in miniatura dello zar Nicola II, sotto quello alla base dell’uovo si legge la data 1894.
La sorpresa è un bocciolo di rosa gialla dai petali d’oro smaltati, che a sua volta conteneva una replica in diamanti e rubini della corona imperiale e un pendente di rubino, quest’ultimi purtroppo andati perduti.
Si trattava delle stesse sorprese del primo uovo commissionato da Alessandro III.

Il 24 marzo 1896, lo zar Nicola II donò alla zarina Alessandra l’uovo di cristallo.
L’uovo è formato da due semisfere di cristallo di Rocca, unite da una banda d’oro smaltata con una fascia di diamanti al centro. Al culmine del gioiello è posto uno smeraldo siberiano.
L’uovo è sorretto da un piedistallo formato da due semisfere d’oro poste una sopra l’altra, ognuna contornata da una fila di diamanti taglio rosetta e decorata con un motivo in smalto a colori vivaci costituito da monogrammi della zarina sormontati da coroncine di diamanti.
Il tutto è sorretto da una base circolare di cristallo.
La sorpresa è composta da dodici dipinti in miniatura che raffigurano vari palazzi e residenze significativi per l’Imperatrice, tutti incorniciati d’oro e fissati a una sorta di albero centrale. Premendo e ruotando lo smeraldo all’estremità dell’uovo, è possibile sfogliare i dipinti come un libro.

L’uovo donato nel 1897 è l’uovo dell’incoronazione.
L’uovo d’oro e smaltato di giallo con motivi a raggi ed è impreziosito da un reticolato di foglie di alloro con delle piccole aquile bicipiti (simbolo imperiale) nere ad ogni intersezione a richiamare le vesti indossate dallo zar e dalla zarina durante la cerimonia di incoronazione.
Due diamanti tagliati come lastre sottili, ricoprono il monogramma della zarina e l’anno 1897 disegnati con dei piccoli diamanti.
La sorpresa consiste in un dettagliato modellino in oro della carrozza imperiale utilizzata dalla zarina per le cerimonie dell’incoronazione nel 1896.
Il rosso della carrozza originale è stato riprodotto con smalto traslucido color fragola, usato anche per i sedili imbottiti dell’interno, dietro i quali la tappezzeria è in smalto azzurro.
Il soffitto delicatamente dipinto con un candeliere blu-turchese ha un gancio al centro, al quale era probabilmente appeso un piccolo pendente di smeraldo a forma di uovo.
La carrozza è sormontata da una corona imperiale tempestata di diamanti taglio rosetta e sei aquile bicipiti sul tetto. I finestrini sono in cristallo di rocca con le tende incise.
È perfettamente articolata in tutte le sue parti: le ruote sono mobili ed hanno i cerchi in platino, le porte si aprono permettendo di abbassare una piccola scala pieghevole con due gradini, l’abitacolo è decorato con un reticolo d’oro con diamanti alle intersezioni e un’aquila imperiale in diamanti su ogni sportello.
L’artigiano che la creò, lavorò 16 ore al giorno per 15 mesi, guadagnando cinque rubli al giorno con cui acquistò una bicicletta.

L’uovo di Pasqua del 1898 era caratterizzato da un guscio d’oro smaltato di rosa translucido e diviso in quattro spicchi da linee verticali di diamanti.
L’uovo è sostenuto da quattro gambe ricurve, formate da foglie arrotolate di oro verde con venature di diamanti taglio rosetta, che terminano in piedi arricciati con sopra una perla.
Da ogni gamba spunta una pianta di mughetto tra le quali l’uovo sembra essere caduto; i mughetti hanno foglie in smalto verde e steli d’oro, ogni fiore è una perla con petali di diamanti taglio rosetta.
L’uovo è sormontato da una corona imperiale tempestata di diamanti e un rubino cabochon.
La sorpresa consiste in tre miniature dello zar e delle due figlie Olga e Tatiana dipinte su avorio e incorniciate da diamanti.
Ingegnoso il meccanismo per portare alla luce i ritratti: ruotando una perla con una montatura d’oro, un meccanismo ad ingranaggi fa sollevare la corona posta sulla parte superiore ed uscire due archi ed i ritratti che si aprono a ventaglio; una rotazione nella direzione opposta ripiega automaticamente le miniature e le riporta all’interno dell’uovo.

L’uovo dei gigli fabbricato per la Pasqua del 1899 è uno dei più grandi della serie.
Alto 27cm, il gioiello non era che un orologio fatto d’oro, platino argento e onice.
Il quadrante è una fascia orizzontale che ruota attorno alla circonferenza dell’uovo, smaltata in bianco con i dodici numeri romani di diamanti. Le ore sono indicate da un lancetta attaccata alla base fissa, che ha la forma di una freccia in un arco teso, decorati di diamanti. File di diamanti contornano la fascia del quadrante e dividono il corpo dell’orologio in dodici spicchi.
L’orologio è sormontato da un bouquet di gigli scolpiti in onice, foglie e steli sono in oro colorato, i pistilli sono tre piccoli diamanti.
Una chiave d’oro serve per dare la carica al meccanismo.
La sorpresa, andata perduta, consisteva con tutta probabilità in un ciondolo con un rubino e dei diamanti.

L’uovo della Transiberiana venne donato da Nicola II alla zarina nel 1900 e contiene un altro piccolo prodigio della meccanica di Fabergé.
L’uovo è caratterizzato da un’ampia fascia centrale in argento, sulla quale è incisa la scritta “Il percorso della grande ferrovia siberiana nel 1900” ed una mappa della Russia con il tracciato della ferrovia Transiberiana da Mosca a Vladivostok.
Il coperchio è smaltato di verde e decorato con foglie e un’aquila in argento dorato.
Alla base in onice bianco, ci sono tre grifoni in argento placcato oro a sostenere il gioiello.
L’uovo contiene il modellino di un treno a vapore, diviso in tre parti e ricomponibile una volta estratto dal suo scrigno.
La locomotiva a vapore ed il tender sono d’oro e platino, con una lanterna di rubino e i fanali di diamanti, i cinque vagoni sono d’oro con i finestrini di cristallo di rocca e recano le scritte: “posta”, “solo per signore”, “fumatori”, “non-fumatori” e “cappella”.
Il treno ha una chiave d’oro con la quale è possibile caricare un meccanismo ad orologeria che lo fa muovere.

Questo gioiello venne commissionato per la Pasqua del 1901 e attualmente è parte della Royal Collection poiché acquistato dalla regina Mary di Teck in seguito alla rivoluzione russa.
L’uovo, ricoperto di smalto bianco e decorato da un reticolo d’oro, svolge la funzione di vaso. All’interno si trova del muschio fatto con oro verde e un bouquet di fiori selvatici primaverili in oro smaltati di vari colori: pansé, fiordalisi, margherite, fior d’angelo, avena ed erbe.
L’anno 1901 è disegnato con piccoli diamanti, così come i fiocchi che decorano il manico.
Per creare questo gioiello vennero usati 4176 diamanti taglio rosetta.

L’uovo di Pasqua del 1902 è un piccolo capolavoro di gioielleria, così delicato da essere intrasportabile ai giorni nostri.
Si tratta di uovo il cui guscio è decorato da un finissimo motivo traforato di steli e foglie di trifoglio.
lo spazio tra i fili d’oro che disegnano il contorno e la nervatura delle foglie è riempito di smalto trasparente verde brillante oppure da diamanti. Un sottile nastro di rubini incastonati tra fili d’oro è drappeggiato qua e là tra il ricco fogliame.
La sorpresa, purtroppo perduta, consisteva con tutta probabilità in quattro foglie d’oro con 23 diamanti e quattro miniature con i ritratti delle figlie dell’imperatore.

Pagato 9.760 rubli, l’uovo di Pietro il Grande per la Pasqua 1903 celebra il duecentesimo anniversario della fondazione di San Pietroburgo.
Il corpo dell’uovo è coperto di foglie di alloro, rose e giunchi in oro verde a simboleggiare la fonte delle “acqua di vita”; le infiorescenze sono realizzate con rubini quadrati.
Il guscio presenta quattro miniature ad acquerello, coperte da cristallo di rocca, che rappresentano il “prima” e “dopo” di San Pietroburgo nel 1703 e 1903.
Quando il coperchio dell’uovo viene sollevato la sorpresa appare dinanzi ad uno sfondo solare di smalto traslucido giallo: un meccanismo all’interno solleva un modello in miniatura in bronzo del monumento a Pietro il Grande sulla Neva, che poggia su una base di zaffiro, è circondato da una ringhiera d’oro cesellato, a sua volta circondata da catene appese a supporti piantati su un pavimento d’oro. Il modello, rimovibile è alto appena 39 millimetri.

Dopo che per la Pasqua del 1904 e del 1905 non vennero create uova per le restrizioni della guerra russo-giapponese, nel 1906 Fabergé tornò all’opera creando l’uovo del Cremlino.
Si tratta del gioiello più grande mai creato dal gioielliere e raffigura la Cattedrale della Dormizione, il luogo dove venivano incoronati gli zar.
La Cattedrale, rivestita di brillante smalto bianco, è a forma di uovo ed è sormontata da una cupola d’oro rimovibile. In questo modo è possibile vedere l’interno della chiesa, ricreato perfettamente dagli artigiani di Fabergé. La Cattedrale è circondata da vari torri del Cremlino e poggia su una base ottagonale di onice bianco.
La sorpresa era un carillon d’orato che suonava alcuni inni pasquali.

L’uovo pergola di rose venne donato da Nicola II alla moglie nella Pasqua del 1907.
Il guscio è ricoperto da smalto verde chiaro e decorato da un reticolo di diamanti. Al centro di ogni losanga, vi è posta una rosa smaltata con alcuni tralci di vite dorati che si intrecciano con i fili di diamanti.
La sorpresa, andata perduta, consisteva probabilmente in una collana di diamanti con un medaglione ovale contenente una miniatura in acquerello dello zarevic Alessio.

Nel 1908, venne realizzato l’uovo del palazzo di Alessandro.
Il guscio è di nefrite siberiana è diviso verticalmente da cinque file di diamanti tra le quali, su ovali d’avorio incorniciati di diamanti, sono ritratti in miniatura ad acquerello i figli di Nicola II ed Aleksandra; sopra ogni ritratto c’è il monogramma coronato dell’iniziale del nome del bambino rappresentato, in diamanti. Sul retro di ogni ritratto, visibile solo dall’interno dell’uovo, c’è la data di nascita di ciascuno dei figli.
Altre ghirlande di foglie d’oro e di fiori di diamanti e rubini circondano i ritratti “appese”, tra le file di diamanti che disegnano anche dei fiocchi con un rubino al centro.
La sorpresa consiste una dettagliata riproduzione in miniatura della residenza preferita della famiglia imperiale russa, il Palazzo di Alessandro a Carskoe Selo, con gli adiacenti giardini. La miniatura è realizzata in oro colorato, le finestre sono fatte di cristallo di rocca, il tetto è smaltato in verde chiaro. La miniatura è collocata sulla riproduzione di un tavolino in oro che può essere estratto dall’uovo.

Per la pasqua 1909, gli artigiani di Fabergé crearono un gioiello davvero originale: l’uovo dello yatch Standart.
Il guscio di cristallo è diviso in due metà, montate orizzontalmente su una struttura d’oro.
Ad ogni lato è appollaiata un’aquila bicipite di lapislazzuli, coronata e dalla quale pende una perla a forma di pera.
Il tutto poggia su un piedistallo composto da due delfini di lapislazzuli con le code attorcigliate e da una base ovale di cristallo di rocca, decorata con smalto bianco intarsiato, ghirlande di alloro e fasce di piccoli diamanti e rami d’alloro in smalto verde.
La sorpresa, visibile attraverso il cristallo, è la replica esatta dello yacht Štandart, in oro e platino che “naviga” su una “mare” di cristallo di rocca.

 

Il gioiello creato per la Pasqua del 1910 aveva lo scopo di commemorare la nascita del tanto sperato figlio maschio Alessio.
L’uovo in smalto rosa è sormontato da un cupido e poggia su sei colonne di bowenite verde chiaro; il quadrante anulare mobile è una fascia orizzontale smaltata di bianco con le ore incastonate di diamanti. Al cupido oggi manca un ramo d’argento dorato che teneva nella mano destra e con il quale indicava l’ora.
Sotto l’uovo, circondate dalle colonne, una coppia di colombe di platino è posata su una colonna tronca, anch’essa smaltata in rosa; intorno alla base quattro putti femminili, in argento dorato, siedono intorno alla base dell’uovo, che è circondato da ghirlande di rose d’oro rosso, bianco, verde e giallo.
L’uovo è un’allegoria della famiglia imperiale: la coppia di colombe rappresenta l’amore tra Nicola e Alessandra, i putti d’argento dorato sono le quattro figlie Olga, Tatiana, Maria e Anastasia mentre Alessio è rappresentato dal cupido che sormonta l’uovo. L’uovo al momento è di proprietà della regina Elisabetta.

Come suggerito dal nome, l’uovo Fabergé del XV anniversario, creato per la Pasqua del 1911, aveva lo scopo di commemorare il quindicesimo anniversario dell’incoronazione di Nicola II.
Il guscio smaltato in ostrica opalescente è diviso in diciotto pannelli da fasci di foglie incise e smaltate in verde traslucido, “legati” alle intersezioni con nastri incastonati di diamanti, sedici dei pannelli contengono altrettanti acquerelli su avorio, protetti da lastre di cristallo di rocca.

L’uovo dello zarevic venne commissionato per la Pasqua del 1912 e si compone di sei sezioni di lapislazzuli blu decorati con fregi d’oro che coprono le giunture, dando l’illusione di il gioiello sia stato scolpito da un unico blocco.
L’uovo è sormontato da un grande diamante rettangolare, tagliato come una lastra sottile, che mostra il monogramma coronato della zarina Aleksandra Fëdorovna (AF) e l’anno 1912; un grande diamante è incastonato alla base.
La sorpresa all’interno è un ritratto in miniatura dello zarevic Aleksej in divisa da marinaio.
L’opera è racchiusa in una cornice di platino a forma di aquila imperiale bicipite russa sormontata dalla corona e con il globo e lo scettro dei Romanov negli artigli, tempestata su entrambi i lati con 2.000 diamanti.
L’elaborato portaritratti poggia su una base di lapislazzuli e può essere rimosso dall’interno dell’uovo, dove invece riposa su un disco d’oro con inciso un rosone.

Nel 1913, alla zarina venne donato l’uovo del tricentenario dei Romanov.
Come suggerisce il nome, l’uovo celebra i 300 anni di regno della dinastia e presenta sul guscio i ritratti in miniatura dipinti su avorio di diciotto zar, circondati da diamanti.
Il guscio presenta anche degli intarsi con un motivo in oro cesellato di aquile bicipiti e corone dei Romanov antiche e contemporanee.
Il piedistallo è sostenuto da una base circolare di vetro rosso decorata con piccoli motivi in smalto, che rappresenta lo scudo imperiale russo.
La parte superiore dell’uovo si apre svelando un globo rotante in acciaio, che ritrae dettagliatamente due emisferi settentrionali: il primo mostra il territorio russo all’epoca dello zar Michele nel 1613 e sul lato opposto, il territorio russo sotto Nicola II, nel 1913. Gli oceani sono di smalto blu scuro mentre le terre emerse sono riprodotte in oro di vari colori.

L’uovo mosaico del 1914 è sicuramente uno dei gioielli più raffinati della serie oltre che a uno dei più sofisticati a livello tecnico.
L’uovo è costituito da una struttura di fasce d’oro giallo che sostiene una griglia di platino nella quale sono montati diamanti e gemme multicolori in modo da formare motivi floreali stilizzati per dare l’impressione di un lavoro di ricamo non finito.
Attorno alla fascia mediana dell’uovo si susseguono cinque pannelli ovali, incorniciati da una fila di mezze perle fissate tra due linee di smalto bianco opaco, un brillante è posto ad ogni intersezione.
L’uovo è inoltre decorato da altre file di mezze perle tra linee di smalto bianco e da volute formate da diamanti taglio rosetta.
La sorpresa è un delicato portaritratti in miniatura decorato con diamanti taglio rosetta, smeraldi e due perle appese.
Il portaritratti incornicia un medaglione ovale con i profili dei cinque figli di Nicola e Aleksandra, dipinti su avorio nello stile di un cammeo.

Nel 1915, in piena prima guerra mondiale, gli artigiani di Fabergé realizzarono l’uovo della Croce Rossa per celebrare il contributo allo sforzo bellico della zarina e delle sue due figlie maggiori, arruolate come infermiere praticanti mentre i palazzi erano adibiti ad ospedali provvisori.
Il guscio d’oro smaltato di bianco è decorato semplicemente da due croci rosse in smalto traslucido con al centro il ritratto in miniatura, rispettivamente, delle granduchesse Tatiana e Olga nelle loro uniformi della Croce Rossa.
L’uovo è costruito in maniera da aprirsi in spicchi su cui sono stati dipinte delle scene sacre.

Per la Pasqua 1916, per rispettare il regime di vigore imposto dalla guerra, Nicola II commissionò l’uovo d’acciaio.
Si tratta di un uovo d’acciaio diviso da fasce orizzontali in tre sezioni decorate con placche d’oro.
Sopra l’uovo è posta una coroncina in oro.
Il supporto è costituito da una base quadrata di nefrite a due livelli con sopra quattro proiettili di artiglieria in miniatura, d’acciaio, sulle cui punte poggia l’uovo.
In origine l’acciaio era opaco e annerito, ma venne lucidato con un restauro rendendolo specchiato come lo vediamo oggi.
La sorpresa consiste in un piccolo cavalletto dorato con una miniatura raffigurante lo zar Nicola II e suo figlio, in uniforme militare al fronte.

L’uovo della costellazione sarebbe stato l’ultimo commissionato da Nicola II prima dei tragici eventi della rivoluzione russa del 1917.
Da un documento di quell’anno sappiamo che l’uovo era di vetro blu inciso come un globo celeste, con le costellazioni – contrassegnate da diamanti taglio rosetta – ed i segni zodiacali sotto i quali era nato lo zarevic Aleksej, che era del segno del Leone. Il tutto sarebbe stato sostenuto da una nuvola di cristallo di Rocca e da cherubini d’argento su una base di giada.
Un quadrante girevole a forma di disco avrebbe poi permesso al gioiello di indicare l’ora esatta.
Incerta la sua sorte: nel 2001 a Mosca, furono rinvenuti un uovo di vetro blu e un supporto di cristallo opaco a forma di nuvola.
Sono in molti a sostenere che questo sia l’ultimo uovo Fabergé rimasto incompiuto, ma altri sono invece convinti che il preziosissimo monile imperiale sia invece nelle mani del milionario Alexandr Ivanov che ha più volte dichiarato di possedere il vero Uovo della costellazione completo.

 

 

 

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