Era un viaggio di sola andata, ed era previsto così fin da quando la missione era stata concepita dai sovietici, perché a quel tempo non c’era ancora modo di far tornare un essere vivente sano e salvo dallo Spazio.
Ma la guerra fredda aveva imposto una corsa alle stelle in cui si doveva necessariamente essere i primi a portare qualcuno lassù, anche a costo di sacrificare delle vite.
Come primo essere vivente nello Spazio, venne scelta una cagnolina randagia, raccolta per le strade di Mosca. Si scelse una femmina, per guadagnare spazio, e molto fotogenica, per la propaganda. Il suo vero nome che era Kudrjavka, “ricciolina” in russo, venne frainteso da un giornalista e cambiato nel più semplice Laika, “Piccolo abbaiatore”.
Lo Sputnik 2 che conteneva la cagnetta, venne lanciato il 3 novembre 1957 e avrebbe dovuto roteare intorno alla Terra per circa 8 giorni. Laika sopravvisse solo poche ore per poi cedere alla mancanza di ossigeno e allo sbalzo termico.
Dopo di lei, altri due cani, un coniglio, decine di topi, mosche e vegetali vennero lanciati nello spazio salvo tornare ancora in vita dopo una giornata in orbita.
Queste imprese convinsero le autorità sovietiche che, seppure estremamente rischiosa, si poteva concretizzare la missione di un uomo nello Spazio, e nell’aprile del 1961 venne il turno di Jurij Gagarin.