La prima, vera pagina dedicata alla fotografia e alle storie nascoste dietro di essa

Il fotografo di Auschwitz

Wilhelm Brasse nacque e operò come fotografo in Polonia, ma nel 1939, in quello che sarebbe stato il primo atto della Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi invasero la sua madrepatria.
Catturato mentre tentava la fuga, venne deportato ad Auschwitz dove fu assegnato all’unità fotografica che si occupava degli scatti identificativi dei nuovi prigionieri: una testimonianza fondamentale sul numero di detenuti.
Nonostante le condizioni terribili, la preparazione di Brasse traspare da tutto il suo lavoro che racchiude immagini di una dolorosa bellezza, come quelle di Czeslawa Kwoka, una ragazza polacca di soli quattordici anni. La ragazza era appena stata picchiata dalla sua aguzzina sotto gli occhi del fotografo che racchiuse in questo scatto tutto il composto dolore, tutte le lacrime trattenute e tutta la paura del campo.
La ragazza, come la maggior parte dei 200.000 prigionieri immortalati da Brasse, morì ad Auschwitz.
Diversa fu la sorte del fotografo, che sopravvisse e tentò di riprendere la sua carriera, senza riuscirci. Pur avendo conservato una piccola fotocamera infatti, non riuscì a ritrarre più niente e nessuno.

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