C’è stato un periodo in Italia in cui la tensione era così palpabile da rinominare una strategia; stragi e rapimenti segnavano il nostro territorio, ma una in particolare è da considerarsi come la più ” politica”.
Si tratta della strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio del 1974 durante una manifestazione antifascista contro gli attentati degli ultimi tempi.
Per la prima volta non vengono colpite persone “colpevoli” solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma si sceglie volontariamente di attaccare una determinata fazione politica.
La strage venne causata da una bomba contenente almeno 1 kg di esplosivo e nascosta in un cestino dei rifiuti. 8 persone furono uccise e altre 102 ferite.
Tutt’oggi è possibile sentire il boato che causò la fine della vita di 8 persone poiché la bomba esplose durante un comizio che sarebbe dovuto essere registrato.
Le coperture e i depistaggi coprirono gli stragisti di Brescia per oltre quarant’anni dimostrando che non c’era solo un gruppetto di estremisti, dietro quella bomba, ma un disegno molto più ampio, di cui furono artefici apparati dello Stato che di quelle bande erano complici e in parte ispiratori.