4 Luglio 2006. Dortmund, Westfalenstadion, semifinale dei Mondiali di calcio. Fabio Grosso ha appena segnato, quasi allo scadere del secondo tempo supplementare, il gol che decide la sfida Germania-Italia. Tutti vanno a rincorrere il giocatore abruzzese per festeggiarlo. Marco Materazzi è stanco dopo circa 120 minuti di partita durissima. È troppo lontano dai suoi compagni per andare ad esultare con loro. La persona più vicina a lui è l’arbitro messicano Archundia e così, il giocatore si inginocchia e lo abbraccia. Archundia cerca inutilmente di toglierselo di dosso e il momento viene immortalato dai fotografi presenti. L’Italia segnerá un minuto dopo il gol della definitiva vittoria, con Del Piero, volando in finale. Sappiamo tutti come andò a finire. Successivamente Cannavaro, capitano della nazionale, ammetterá: “il momento più bello di quei mondiali non è stato il gol di Grosso ai supplementari, battere i tedeschi in casa loro, il rigore decisivo contro la Francia o alzare la coppa. No, tutt’altro. Il momento più bello ed emozionante è stato Materazzi che abbraccia l’arbitro dopo la rete di Grosso contro la Germania”.