Paolo Borsellino felice durante la festa organizzata per il suo trasferimento a Marsala. Venne scattata nell’ottobre del 1986. Insieme a lui si possono vedere Giovanni Falcone e Antonino Caponnetto.
Troppo poco si parla di quest’ultimo grande uomo.
Celebri furono le sue lacrime poco dopo la strage di via d’Amelio, in cui disse: «È finito tutto!», stringendo le mani del giornalista che poneva la domanda.
I giovani palermitani gli ridiedero speranza: « Era un momento particolare, di sgomento, di sconforto. Ero appena uscito dall’obitorio dove avevo baciato per l’ultima volta la fronte ancora annerita di Paolo. Quindi è umanamente comprensibile quel mio momento di cedimento, forse non scusabile, ma comprensibile. In quel momento avrei dovuto – avevo l’obbligo, forse, e avrei dovuto sentirlo quest’obbligo – di raccogliere la fiaccola che era caduta dalle mani di Paolo e di dare coraggio, di infondere fiducia a tutti. E invece furono i giovani di Palermo a dare coraggio a me, che trovai dopo pochi minuti in piazza del tribunale. Mi si strinsero attorno con rabbia, con dolore, con determinazione, con fiducia, con speranza. E allora capii quanto avevo sbagliato nel pronunciare quelle parole e quanto bisognava che io operassi per farmele perdonare: operassi per continuare l’opera di Giovanni e Paolo.»