Questa è la storia di un personaggio: una donna, mai interamente decifrata, cento maschere, passata con la morte dalla vita reale ad una specie di mitologia pop.
All’inizio del ‘900 sotto la basilica del Sacro Cuore, aprono decine di locali destinati a movimentare il volto del quartiere e dell’intera città.
Il locale più frequentato si chiama Moulin Rouge e diventa in poco tempo il luogo prediletto di molti parigini.
Qui ogni donna diventa una regina, tante piccole operaie, commesse e cameriere, debuttano su questo palco con il sogno di raggiungere una vita migliore grazie ai guadagni che in una notte raggiungono la paga di un mese.
Tra loro si aggira una ragazza misteriosa proveniente dalla provincia olandese: Margaretha Gertrude Zelle.
Quando arriva in Francia, Parigi è il centro del mondo dove possibilità e rischi convivono e attraggono migliaia di europei.
E’ il 13 marzo del 1905 e quella sera in città si tiene uno spettacolo a cui sono invitati solo coloro che appartengono alla Parigi che conta. Quella sera infatti si esibisce per la prima volta una danzatrice straniera che dice di avere origini asiatiche. La sua danza è qualcosa di mai visto e sconvolge e ammalia chiunque la osservi.
E’ la giovane Margaretha che ha deciso di presentarsi con un nuovo nome: Mata Hari, che nella lingua indonesiana vuol dire luce dell’alba.
Quasi nessuno conosce le origini di quella esotica ballerina. Si sa che all’anagrafe è registrata come Margaretha, nata nel 1876 in Olanda e quando arrivò a Parigi non aveva nemmeno 30 anni, ma con già un matrimonio infelice alle spalle.
Il marito era un ufficiale molto più anziano di lei e che lei aveva seguito in Indonesia quando quest’ultimo era stato trasferito e probabilmente la, in quel paese, aveva imparato qualche movenza dalle danzatrici locali.
Margaretha fugge da questo matrimonio e la Parigi della belle epoque pare fatta apposta per lei.
Dopo il successo della sua prima esibizione, Mata Hari è chiamata a danzare nei più importanti teatri della città e il suo nome diventa presto celebre in tutta Europa.
Gli uomini la corteggiano e ne diventano amanti: tra loro ci sono politici influenti, aristocratici e ufficiali.
Mata Hari è una donna molto disinibita e incontra i suoi uomini apertamente nei migliori locali della città.
Mata Hari è all’apice della fama, ma la vita a Parigi scorre rapidamente e ben presto il suo spettacolo non suscita più l’interesse iniziale.
La donna ha ormai 38 anni, ma nonostante il suo stile di vita sia rimasto sfacciatamente lussuoso, le sue esibizioni e i suoi ingaggi sono sempre meno numerosi.
Sono infatti ancora molti gli uomini facoltosi disposti a mantenerla.
Finché nell’estate del 1914, le arriva un importante contratto su uno spettacolo a Berlino. Per Mata Hari è un’occasione imperdibile per rilanciare la sua immagine ormai in declino.
Quando scoppia la prima guerra mondiale, lo spettacolo viene cancellato e ancora una volta Mata Hari torna in Olanda.
Con l’unico pensiero di tornare a Parigi, la donna decide di incontrare il console tedesco in Olanda che si offre di aiutarla in cambio di un servizio di spionaggio: Mata Hari dovrà riferire tutte le notizie importanti che sentirà nei salotti altolocati che è solita frequentare.
Lei non sa che accanto alla guerra delle trincee ce n’è un’altra meno sanguinosa, ma per questo non meno strategica, che è quella delle spie.
Sfruttata, coraggiosa, ma molto più verosimilmente ingenua, accetta le condizioni che le vengono proposte e sarà l’agente H21.Prepara i bagagli e torna a Parigi.
E’ il 1916 quando torna finalmente nella capitale francese.
La belle epoque è ormai un lontano ricordo.Soggiorna al Grand Hotel, ma non si accorge che i servizi segreti francesi hanno iniziato a pedinarla.
L’ordine è arrivato dopo un’informativa di Scotland Yard.
Mata Hari, ignara di tutto ciò, continua la sua vita sfacciata tra appuntamenti e incontri passionali finché non incontra un ufficiale russo di cui si innamora perdutamente.
Alla fine dell’estate del 1916, Mata Hari, per raggiungere il suo amante russo che si trova in una zona di guerra, si reca negli uffici del controspionaggio francese per ottenere un lasciapassare.
I francesi colgono quindi l’occasione chiedendole di cambiare fazione e di lavorare come spia per loro. Mata Hari, con l’ennesima capriola, accetta chiedendo in cambio un milione di franchi.
In realtà, non intende tradire i tedeschi, ma semplicemente fare il doppiogioco: vuole infatti ottenere soldi da entrambe le fazioni, pensando di non pagarne le conseguenze.
Una mossa incauta e leggera che la condannerà.
Tramite intercettazioni radio infatti, arriva la conferma del doppiogioco della danzatrice.
Il 13 febbraio del 1917, viene svegliata da tre uomini che bussano alla sua stanza d’hotel.
L’accusa è di alto tradimento in favore della Germania.
Viene prelevata e rinchiusa in carcere.
Il giudice interroga per 6 lunghi mesi la donna con il solo scopo di farla confessare, ma lei è una roccia e pare incrollabile.
Cede solo di fronte alle dichiarazioni del suo amante, l’ufficiale russo: per lui, la loro storia non è stata che un’avventura di letto.
Il processo dura appena 48 ore e la sentenza è di morte.
Mata Hari è chiaramente coinvolta in un gioco molto più grande di lei nel quale è caduta per amore e per il desiderio di libertà.
Si ricorda una sua frase, quasi urlata durante il processo: Prostituta si, spia mai.
Di certo la sua fama si fonda sul fascino sensuale che una donna che fa la spia sprigiona e nel caso di Mata Hari tanto più trattandosi di una donna affascinante e disinibita.
Quel che è certo è che l’ingenua Mata Hari probabilmente non sarebbe finita in quella trappola se nel 17 la guerra per la Francia non fosse andata male.
Bisognava reagire e trovare un colpevole per scagionarsi di fronte all’opinione pubblica.Il 14 ottobre del 1917, viene fissato l’ordine di esecuzione.
Sono le prime ore della mattina e i dodici uomini del plotone sono pronti. Mata Hari, affaticata da 6 mesi di isolamento è quasi irriconoscibile, ma non ha perso il suo spirito.
Indossa i suoi abiti migliori e rifiuta la benda per guardare in faccia gli uomini che stanno per ucciderla.