Quale miglior occasione di Halloween per parlare di Ronald O’Bryan, meglio noto come The Candy Man o The Man Who Killed Halloween?
Siamo in Texas ed è il 31 ottobre del 1974 quando Ronald sta accompagnando i due figli Timothy ed Elizabeth a fare Dolcetto o Scherzetto per le case del quartiere. Il vicino di Ronald e i suoi due figli completano l’allegra comitiva.
E’ un’uscita felice, durante la quale i piccoli si divertono e i genitori possono scambiare qualche parola in relax.
Sono molte le case in cui ottengono dolcetti finché non si imbattono in un’abitazione con le luci spente.
Nonostante l’apparenza suggerisca che non sia presente nessuno, il gruppo fa comunque un tentativo suonando al campanello, ma, come previsto, non riceve alcuna risposta. I bambini non vedono l’ora di passare alla casa successiva, che già promette nuovi dolciumi, così il gruppo si incammina nuovamente, fatta eccezione per Ronald che invece si trattiene davanti alla casa buia.
Passano pochi minuti prima che raggiunga nuovamente i bambini e il vicino con un piccolo bottino di 5 Pixy Stix che, dice, gli sono stati dati da un uomo che si è infine affacciato alla porta dell’abitazione dalle luci spente. Viene lasciato un bastoncino di zucchero per bambino, mentre il quinto Ronald lo regala a un ragazzino della parrocchia.
Il giro infine si conclude e Ronald torna a casa con i suoi bambini. Timothy è il più impaziente e chiede di poter assaggiare qualcuno dei suoi piccoli tesori raccolti durante la serata. Il dolcetto scelto è proprio il Pixy Stix che il suo papà ha ottenuto con pazienza e che ora scarta per lui.
La tanto desiderata caramella però non è dolce, anzi! Timothy si lamenta del suo sapore amaro e dopo poco inizia ad avere un forte mal di stomaco fino ad avere delle convulsioni.
Meno di un’ora dopo aver assaggiato quel Pixy Stix, Timothy muore durante il tragitto in ospedale.
La morte del piccolo scatena il panico nel vicinato, che ovviamente consegna ogni singola caramella raccolta dai bambini alla Polizia, con il terrore che queste siano state intrise di veleno da un maniaco.
Viene immediatamente eseguita un’autopsia e l’esito pare confermare la paura dei genitori: Timothy è morto per un avvelenamento da cianuro di potassio.
Scatta la caccia alle caramelle, per evitare che qualche dolcetto sia sfuggito alla consegna spontanea fatta poche ore prima.
L’ansia più grande è ovviamente per i 5 Pixy Stix raccolti dalla casa buia. La Polizia ne riesce a recuperare solo 4, considerando anche quello di Timothy.
Il quinto è proprio del bambino della parrocchia a cui Donald ha regalato la caramella, ma i genitori non riescono a trovarla tra i dolcetti raccolti dal figlio.
Il ragazzino ha infatti nascosto quello e altri dolciumi nella sua cameretta, ma fortuna vuole che non sia riuscito ad aprire il bastoncino di zucchero e che quindi non sia riuscito a consumarlo.
Ad un’analisi più approfondita, si nota infatti che quei particolari Pixy Stix sono stati precedentemente aperti, riempiti di polvere di cianuro e infine richiusi con una graffetta che ne ha reso difficoltosa l’apertura per dei bambini.
La dose di veleno contenuta in ogni bastoncino è tale da poter uccidere almeno due adulti.
La Polizia conclude quindi di trovarsi di fronte alle azioni di un maniaco, che pare intenzionato a fare del male a degli innocenti sfruttando l’entusiasmo della caccia al dolcetto di Halloween.
Tuttavia Donald non sembra voler collaborare per trovare il pazzo che ha causato la morte del figlio.
Vaga a vuoto con la Polizia al seguito, dice di non ricordare da quale casa ha ottenuto di Pixy Stix, cerca di addossare colpe ai vicini finché non conduce infine i poliziotti di fronte alla casa buia dalla quale dice di aver ricevuto i dolcetti dal proprietario. Dice anche di non averne visto il volto, ma solo il braccio che descrive come “peloso”.
La Polizia ha finalmente un nome: il proprietario della casa è Courtney Melvin, che però la notte di Halloween ha lavorato come controllore del traffico aereo fino alle 23:00 ed è supportato da ben 200 testimonianze a suo favore.
Giunti ad un nuovo vicolo cieco nelle indagini, ci si decide a concentrarsi su Donald e sui suoi trascorsi.
Inizia così ad emergere il profilo di un uomo incapace di mantenere un posto di lavoro fisso (negli ultimi dieci anni aveva cambiato ben 21 occupazioni), profondamente indebitato (all’epoca erano 100.000 dollari, equiparabili a quasi mezzo milione odierno), vicino ad un nuovo licenziamento per furto sul posto di lavoro, con un’auto prossima al sequestro, la casa pignorata e inadempiente su diversi prestiti bancari.
Un uomo al limite, che aveva stipulato assicurazioni sulle vite dei propri figli per un valore di 10.000 dollari (più di 50.000 dollari attuali) e che, appena un mese prima della morte di Timothy, aveva incrementato di ulteriori 20.000 dollari.
Si scopre che, non soddisfatto, aveva poi stipulato un’ulteriore polizza sulla vita dei figli per un valore di 20.000 dollari con un’altra agenzia.
Si scopre infine, che Donald aveva anche fatto una sorta di sopralluogo in un magazzino di un fornitore di sostanze chimiche informandosi sul costo del cianuro.
Per la Polizia è semplice a quel punto collegare i tasselli del puzzle: Donald ha evidentemente pianificato di uccidere i propri figli per intascare i soldi dell’assicurazione. I Pixy Stix regalati agli altri bambini avrebbero, con tutta probabilità, avuto lo scopo di coprire il suo crimine e sviare le indagini.
Dopo 5 giorni dalla morte di Timothy, Donald viene arrestato e accusato di omicidio capitale (una forma di omicidio aggravato) e di 4 tentati omicidi.
Nonostante l’uomo si dichiari ripetutamente innocente, sono in molti a testimoniare un suo insolito interesse per il cianuro nato proprio pochi mesi prima di Halloween. Persino la moglie di Donald non crede alla sua difesa e sostiene di fronte alla giuria che Timothy non avesse scelto spontaneamente il Pixy Stix, ma che sia stato proprio Donald a costringerlo a prendere il bastoncino come primo dolce.
Il 3 giugno 1975, in appena 46 minuti, la giuria dichiara Donald colpevole di omicidio e di tentato omicidio e in 71 minuti lo condanna a morte.
Nel 1984, durante la sua esecuzione, 300 persone si raduneranno davanti alla prigione per urlargli “Trick or Treat’?”, “Dolcetto o Scherzetto?”.