9 maggio 1978. Viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro
Dopo una prigionia di 55 giorni nel covo di Montalcini le Brigate Rosse decisero di concludere il sequestro di Aldo Moro uccidendolo. Secondo quanto affermato dai brigatisti più di un decennio dopo l’omicidio, Moro fu fatto alzare alle 6:00 con la scusa di essere trasferito in un altro covo. Franco Bonisoli ha invece raccontato che a Moro venne riferito di esser stato graziato (e quindi liberato), una bugia definita dallo stesso brigatista «pietosa», detta per «non farlo soffrire inutilmente»: venne infilato in una cesta di vimini e portato nel garage del covo di via Montalcini. Fu fatto entrare nel portabagagli di una Renault 4 rossa – rubata il 2 marzo 1978 nel quartiere Prati, due settimane prima dell’eccidio di via Fani – e gli dissero di coricarsi e coprirsi con una coperta. Dopo che Moro fu coperto, gli spararono dieci cartucce uccidendolo. Il corpo di Aldo Moro fu ritrovato nella stessa auto il 9 maggio a Roma in via Caetani, emblematicamente vicina sia a piazza del Gesù (dov’era la sede nazionale della Democrazia Cristiana), sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano) Aveva 61 anni.
Papa Paolo VI il successivo 13 maggio officiò una solenne commemorazione funebre pubblica a cui parteciparono le personalità politiche italiane e che venne trasmessa in televisione. Questa cerimonia funebre venne celebrata senza il corpo dello statista per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo stato italiano poco o nulla avesse fatto per salvare la vita di Moro, rifiutando il funerale di stato e scegliendo di svolgere le esequie dello statista in forma privata.