Perchè ci sconvolgono così tanto i disastri aerei?
La risposta è abbastanza scontata: ogni disastro provoca irrimediabilmente la morte di tutti i passeggeri a bordo. Diventa una strage.
Eppure, nonostante il volo da altezze incredibili a velocità esagerate, qualcuno, qualche volta, riesce a beffare la morte.
E’ il caso di Juliane Koepcke, diciassettenne precipitata da 3 km di altezza mentre sorvolava la foresta amazzonica.
Svegliatasi tramortita e con una clavicola rotta, la giovane dovette sopravvivere per circa dieci giorni nella foresta nutrendosi grazie a una borsa di dolciumi recuperata nei pressi della carcassa dell’aereo.
Juliane riuscì a sopravvivere grazie a molteplici fattori: la ragazza indossava la cintura di sicurezza che la mantenne legata al suo sedile durante la caduta. Trovandosi nel secondo sedile di una fila da tre, i due posti laterali le servirono come una sorta di paracadute, attenuando la caduta.
I fortissimi venti della tempesta che causò l’incidente l’aiutarono a planare, piuttosto che cadere.
La folta vegetazione della foresta inoltre, attutì ulteriormente la caduta.
Essenziali sono stati poi le nozioni base di sopravvivenza che Juliane conosceva, grazie alle quali la giovane non vagò a vuoto nella foresta e riuscì a sopravvivere agli animali, agli insetti e alle piante velenose.
La foto venne ovviamente scattata a una Juliane adulta ritornata sul luogo dell’incidente.