Luglio 1943, gli americani sono sbarcati in Sicilia e Andrea Camilleri è sfollato con la famiglia a Serradifalco. Chiede e ottiene dal comando americano il permesso di tornare a Porto Empedocle per sincerarsi della salute del padre, del quale non ha notizie da due settimane. Percorre molti chilometri in bici, ma alla fine lo sforzo è ripagato da una buona notizia: il padre sta bene.
Tornando a casa, si chiede se la Valle dei Templi, un posto a lui caro, non sia stata devastata dai bombardamenti. E invece è ancora lì. Davanti al Tempio della Concordia vede un soldato americano che scatta fotografie dalle più disparate angolazioni, non è mai contento. Ma poi accade qualcosa. Un rumore fortissimo.
Due aerei, uno tedesco e uno americano, si stanno dando battaglia a bassa quota. Il fotografo, così come Camilleri, si butta a terra e come una mitragliatrice la sua macchina fotografica spara scatti a ripetizione. Quando i due aerei scompaiono, il fotografo scrive il suo nome su un foglio e lo dà a Camilleri, a cui quel nome non dice niente.
Imparerà più tardi chi era quell’uomo: Robert Capa, il più grande fotoreporter di guerra.
Fonte: Meraviglie, di Alberto Angela.