La storia di Dorando Pietri è degna di un romanzo! Forse l’unico atleta capace di entrare nella leggenda non con un podio, ma con una squalifica.
Garzone in una pasticceria, appassionato di ciclismo e corsa, Dorando viene attirato nel 1904 da una gara che si svolge nella sua città alla quale partecipa il più famoso podista italiano dell’epoca, Pericle Pagliani. Secondo la leggenda Dorando si mette a correre dietro al campionissimo, reggendo il suo passo fino all’arrivo. Leggenda o meno, Dorando inizia a correre a livello agonistico e nel 1906 ottiene la qualificazione ai Giochi olimpici intermedi di Atene durante i quali però è costretto al ritiro.
Il 1908 è l’anno dei Giochi olimpici di Londra, l’anno del riscatto da quel maledetto ritiro di due anni prima; Dorando si prepara alla maratona da mesi.
La tattica di Dorando è quella di non attaccare il gruppo ma di mantenersi nelle retrovie nella prima parte della gara; quando gli atleti inglesi che si trovano al comando iniziano a perdere colpi (è una giornata insolitamente calda), Dorando riesce a rimontare fino a giungere indisturbato la seconda posizione, dietro al sudafricano Charles Hefferson, che lo precede di 4 minuti. Informato che il leader della gara è andato ormai in crisi, Dorando inizia una rimonta portentosa e al 39° km si porta in testa; il dispendio di energie è stato però enorme e l’azzurro va in crisi. Perde lucidità, sbaglia strada e cade almeno 4 volte, esausto.
A 200 metri dall’arrivo, di fronte a 75.000 spettatori emozionati, un paio di soccorritori lo aiutano a tagliare il traguardo. Al secondo posto arriva l’americano Johnny Hayes, la cui squadra presenta immediato reclamo. Reclamo accolto: Pietri squalificato.
La storia sembra avere però un lieto fine. Dorando non può essere il vincitore ufficiale, ma è indubbio come il suo sforzo abbia conquistato il pubblico e la regina che lo acclamano. Tutto il mondo si dispiace per la mancata vittoria eleggendo Dorando a mito vivente. Il giorno dopo la regina stessa lo premia con una coppa d’argento.
Si dice che a suggerire questo encomio riparatore sia stato Artur Conan Doyle, il famoso scrittore. Si dice anche che l’addetto al megafono che ha sorretto Dorando al momento dell’arrivo e che si vede nella famosa foto che ritrae il finale della gara, sia proprio l’autore della fortunata serie di romanzi su Sherlock Holmes.
Non ne abbiamo la certezza, ma in fondo, questa è la storia di Dorando.