Negli scorsi anni è piombata la notizia del ritrovamento del corpo di Maeve Kennedy Townsend McKean, la nipote di Bob Kennedy scomparsa giovedì con il figlio di 8 anni. Questa non è che l’ultima tragedia capitata alla famiglia Kennedy, tristemente celebre per una serie di eventi che ne hanno segnato la storia.
Alcuni dei misteri nascosti dietro alla figura di John Kennedy sono ormai celebri, ma allargando leggermente lo spettro di indagine a tutta la famiglia Kennedy, si scoprono una serie di coincidenze e tragedie tanto assurde quanto inquietanti. Quando accadimenti funesti si concentrano su una famiglia che ha avuto la responsabilità di segnare interi pezzi della nostra storia ecco che si affaccia prepotente la parola Maledizione ed ecco che noi possiamo scrivere una FASCIA DARK sulla Maledizione dei Kennedy.
Joe P. Kennedy e Rose Fitzgerald hanno insieme nove figli e sono quest’ultimi ad essere la generazione “maledetta”.
La prima vittima di questa serie di tragedie potrebbe essere identificata in Rosemary Kennedy, la sorella ventitreenne dei più famosi John e Bob, che viene sottoposta a lobotomia nel 1941. Il padre, infatti, convinto erroneamente di poter curarne un lieve ritardo mentale (che avrebbe potuto recare imbarazzo alla famiglia), costringe la figlia al trattamento, condannandola così a vivere la sua nuova vita come un vegetale fino al 2005, anno della sua morte.
Dopo tre anni dalla tragedia di Rosemary, Joseph P. Kennedy Jr., figlio primogenito destinato ad incarnare le ambizioni politiche della famiglia, muore durante la Seconda Guerra Mondiale, precipitando in mare ad appena 29 anni, mentre è intento a sorvolare il canale della Manica.
Nel 1948, quattro anni dopo, Kathleen Agnes Kennedy muore, insieme al fidanzato, in un incidente aereo all’età di 28 anni senza che la vita le avesse risparmiato prima un grande dolore. Quattro anni prima infatti, la donna era rimasta vedova dopo appena quattro mesi di matrimonio.
Con la scomparsa di Joseph, è John Fiztgerald Kennedy, secondo figlio di Joe e Rose, ad incarnare i sogni di successo del padre e viene eletto Presidente nel 1961. Dopo soli due anni, muore assassinato a Dallas il 22 novembre del 1963, ma nemmeno a lui viene prima risparmiata una grande tragedia: nel 1963 infatti, l’ultimogenito di John e Jackie, Patrick Bouvier Kennedy, muore due giorni dopo la sua nascita per sindrome da distress respiratorio.
Nel 1964, Ted Kennedy sopravvive per miracolo ad uno schianto aereo, che uccide il collaboratore Edward Moss e il pilota Edwin J. Zimny. Si riprende dopo 5 mesi di ospedale ed è proprio lui a menzionare la fantomatica maledizione per la prima volta dicendo: “Somebody up there doesn’t like us”, ovvero a qualcuno lassù non piacciamo.
Sempre Ted, nel 1969, è protagonista di un incidente d’auto che causa la morte della passeggera ventottenne Mary Jo Kopechne per annegamento. L’evento diverrà tristemente noto come l’incidente di Chappaquiddick.
Dopo John, è Bob a cadere per mano di un folle che gli spara il 5 giugno del 1968. Ha 42 anni quando muore a Los Angeles. Il figlio dodicenne David Anthony Kennedy assiste al suo omicidio e, 14 anni dopo, morirà anche lui, di overdose dopo vari ricoveri. Il 31 dicembre 1997 muore il sesto figlio di Bob, Michael Kennedy, per un incidente sugli sci.
Dopo due anni, nel luglio del 1999, muore in un incidente aereo John F. Kennedy Jr, il figlio di JFK tante volte immortalato su pellicola quando era solo un bambino.
Oltre ai Kennedy, anche fidanzate e compagne subiscono questa “maledizione”. Donne come Mary Jo Kopechne, accompagnatrice di Ted Kennedy, o la compagna di Joseph Kennedy II, rispettivamente deceduta e paralizzata in incidenti d’auto.
Anche Carolyn Bessette, moglie di John Kennedy Jr. muore tragicamente insieme alla sorella e al marito, in quell’incidente aereo.
La più nota poi è Marilyn Monroe, amante prima di John e poi Bob, morta di overdose di barbiturici.
La teoria più accreditata, nonché la più empirica, intesa a spiegare questa serie di tragedie legate al nome dei Kennedy, è legata alla psicologia archetipica, che postula l’esistenza di un inconscio familiare.
Un’altra teoria interessante è quella dell’ereditarietà genetica: non si trasmette la maledizione, ma alcune inclinazioni psichiche per cui i soggetti sono più inclini a comportamenti a rischio quali il bere, la droga o la depressione. Interessante sì, ma non applicabile a bambini o ad individui esterni alla famiglia.
Se non si cerca una spiegazione però, ecco che ogni morte si spiega semplicemente come un eccesso di umanità unita a coincidenze sfortunate, poiché sono quasi sempre le casualità a delimitare il confine tra la vita e la morte.