Il potere di condivisione dei social network dà spesso alla testa e siamo noi stessi i primi testimoni di questo fenomeno per cui molte persone si sentono in diritto di condividere e esprimere contenuti discutibili (dagli insulti al revenge porn fino ad arrivare a video di violenze o stranezze che nessuno vorrebbe normalmente vedere) in cerca di cinque minuti di malsana visibilità. Un contenuto in particolare scatenò una vera e propria caccia all’uomo che finì purtroppo nel peggiore dei modi. Questa sera abbiamo la FASCIA DARK del killer dei gattini.
Tutto ha inizio il 21 dicembre 2010 quando su Youtube compare un video intitolato 1 guy 2 kittens dove un ragazzo, dal viso seminascosto da un ciuffo di capelli, si riprende mentre soffoca due gattini con un aspirapolvere.
Il video, inutile dirlo, diventa subito virale attirando lo sdegno del mondo intero che ingaggia una virtuale caccia all’uomo per identificare il maniaco omicida.
Le ricerche sono davvero ferrate, alcuni utenti si riuniscono in gruppi social per condividere i loro sospetti, ma non si riesce ad arrivare a risultati concreti, aprendo solo alcune false piste e condannando degli innocenti alla gogna digitale.
Tra il novembre e il dicembre del 2011 quindi, il vero killer dei gattini ha tutto il tempo di girare e caricare su Internet due nuovi video: nel primo, il ragazzo lega un gattino con dello scotch a un manico di scopa che usa poi per immergere il cucciolo in una vasca annegandolo. Nel secondo video invece, offre un nuovo gattino in pasto ad un pitone.
Il gruppo sui social riesce a intuire che si tratti di un ragazzo canadese e decide di allertare anche la polizia che però non riesce a risalire in alcun modo a questo psicopatico violento.
Il killer dei gattini, in pieno delirio di onnipotenza o forse annoiato dall’incapacità del web di rintracciarlo, decide quindi di inviare un’ e-mail anonima alla polizia, nella quale minaccia di girare un nuovo video, ma non con i gattini; con degli esseri umani.
Il 25 maggio 2012 compare infine il tanto temuto video.
Un uomo nudo, legato ad un letto, viene prima sgozzato, poi pugnalato 18 volte all’addome e 37 volte al torace con un coltello rompighiaccio e, successivamente, fatto a pezzi. Dopo tutta la violenza, il killer esegue atti di necrofilia e cannibalismo lasciando poi che il suo barboncino si nutra con le carni della vittima.
Passano alcuni giorni e in disparate zone della città vengono recapitati dei pacchetti contenenti i pezzi del corpo sezionato.
La testa della vittima verrà ritrovata solo il 2 luglio, nei pressi di un lago nel parco di Montreal.
Il gruppo online che braccava il killer fin dal primo video è però finalmente riuscito a risalire al suo nome: Luka Rocco Magnotta.
Si scopre che era lo stesso Luka a rendere virali i suoi video, grazie a numerosi account falsi che usava per chiedere i link di quegli stessi video alcune ore prima della loro pubblicazione, suscitando la curiosità generale.
Si scopre anche che la vittima così brutalmente assassinata era il fidanzato di Luka.
La polizia canadese lo cerca in tutto il Canada, ma Luka è scappato a Parigi con un passaporto falso da dove può godersi la fama e il clamore che ha tanto ricercato. Luka scappa attraverso l’Europa anticipando sempre la polizia, finché non è proprio la sua sete di notorietà ad incastrarlo. Entra infatti in un internet caffè ed inizia a cercare notizie su se stesso. Il proprietario che l’ha riconosciuto dalle numerosissime foto dei giornali, ha così conferma della sua identità e chiama la polizia che finalmente lo arresta.
In carcere, la sua unica lamentela è di non poter mangiare i Ferrero Rocher.