Giochi Olimpici 1964, Tokyo.
Una scena drammatica e toccante: il giapponese Kokichi Tsuburaya sta per ottenere l’argento nella maratona ma barcolla ed é stremato. Dietro di lui c’è l’inglese Basil Heatley che lo sorpasserá negli ultimi metri. Tsuburaya ottiene comunque il bronzo, ma fin da subito elabora il proposito di un riscatto.
I superiori della scuola di perfezionamento dell’Esercito cui appartiene gli ordinano di troncare i rapporti con la sua ragazza e di incominciare subito la preparazione per le prossime Olimpiadi in Messico. Ma due infortuni lo bloccano, passa tre mesi in ospedale, capisce che non potrà più correre.
L’8 gennaio 1968 si recide la carotide con una lametta in una stanza d’albergo.
Lascia un biglietto con su scritto: “Non posso correre più”.
Alessandro Di Nardo