Giochi Olimpici 1960, Roma.
Livio Berruti (oro nei 200 metri piani) e la statunitense Wilma Rudolph (oro nei 100,200 e nella staffetta 4×100 piani) passeggiano per le strade di Roma mano nella mano. Probabilmente una delle immagini simbolo delle Olimpiadi romane.
I due si conobbero al villaggio Olimpico e subito nacque la sintonia. I due si vedevano sempre, ma mai in privato poiché i coach statunitensi non volevano troppe distrazioni per Wilma, ma sopratutto esigevano il rispetto di una legge ferrea: niente sesso prima delle gare.
In piú sulla Rudolph aveva messo anche gli occhi un giovane pugile del Kentucky che vinse l’oro nei mediomassimi: Cassius Clay.
A Livio comunicarono di girare alla larga, ma lui continuò imperterrito nel corteggiamento.
“La timidezza e la concentrazione dell’impegno agonistico mi impedirono di agire durante l’Olimpiade” ricorda Berruti “ma mi ero preparato un piano: appena finite le gare avrei invitato fuori a cena Wilma, immaginavo di portarla a Trastevere sperava facesse lei la prima mossa. Non ero bravo con le donne e poi il mio inglese era scarsissimo.”
Livio si presentò al villaggio Olimpico qualche ora dopo la vittoria della Rudolph nella staffetta 4×100 ma non la trovò. Era stata imbarcata in fretta e furia per tornare negli Stati Uniti.
Livio ci rimase un pó male ma accettò la situazione.
I due non si rincontrarono più. L’unico ricordo che rimane a Berruti della bella atleta statunitense è la tuta personale che ella stessa regalò al velocista italiano. Tutt’ora conserva quella tuta in casa.
“Se ne occupa mia moglie Silvia che l’accudisce senza gelosia”.
Alessandro Di Nardo