Estate 1967, Stoccolma.
Il settantaseienne giapponese Shizo Kanakuri porta a termine, con 55 anni di ritardo, la Maratona dei Giochi Olimpici di Stoccolma 1912 cui aveva partecipato. Ma andiamo per ordine e torniamo al 1912.
Shizo è il miglior maratoneta della propria nazione, detiene il record mondiale sulla distanza e decide di partire alla volta della Svezia per partecipare alle Olimpiadi grazie anche ad una raccolta fondi della sua Università (Scuola Superiore di Tokyo).
Il viaggio è avventuroso, raggiunge Vladivostok dove prende la Transiberiana fino a Mosca e da li alla volta della capitale svedese. Totale: 18 giorni di viaggio. Ma il giorno della Maratona è ai nastri di partenza. Fa caldo (si corre in piena estate), i rifornimenti di acqua sono vietati, il portoghese Francisco Lazaro stramazza al suolo per l’eccessiva calura e spira qualche ora dopo.
Kanakuri va presto al comando assieme al sudafricano McArthur il quale al trentesimo chilometro piazza l’allungo e stacca il giapponese ormai in crisi.
Una signora dal suo giardino di casa posto lungo il percorso attira l’attenzione dello stremato Shizo. Vedendo l’atleta in difficoltà lo invita a bere un succo di lampone. Kanakuri accetta e subito dopo gli viene proposto di recuperare le forze sul divano sotto la veranda della proprietaria di casa.
“Mi fermo solo mezzo minuto, poi riparto”. Shizo invece si addormenta per dieci ore. Al risveglio la gara è ormai conclusa da un pezzo.
Mosso dalla vergogna il giapponese decide di tornare immediatamente a casa facendo perdere le proprie tracce. Gli organizzatori intanto sono alla sua ricerca e viene dato per scomparso.
Per anni non si saprà nulla di lui fino a quando, nel 1962, un giornalista svedese decide di far luce sulla vicenda. Dopo diverse indagini scopre che fine abbia fatto Kanakuri: vive a Tamara, nel sud del Paese, ed insegna geografia alle medie. Il giornalista si reca in Giappone e lo incontra. Finalmente si riesce a far luce sulla vicenda e Shizo viene invitato in Svezia per concludere la Maratona “lasciata in sospeso”.
Nell’estate del 1967, in occasione del 55esimo anniversario delle Olimpiadi di Stoccolma, Kanakuri si reca nella capitale e conclude la sua gara con il tempo di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 20 secondi.
Alessandro Di Nardo