Tokyo, Giochi Olimpici 1964. L’italiano Abdon Pamich, nativo di Fiume, taglia e strappa sofferente il filo di lana del traguardo della 50 km di marcia ottenendo così la medaglia d’oro. In quel momento, sono in pochi a sapere che esattamente 12 km prima Pamich si è dovuto fermare dietro una siepe a causa di una crisi gastrica (aveva dovuto perfino defecare). Il tutto è dipeso da un tè ghiacciato preso e bevuto ad inizio gara durante un rifornimento. Non ci sono i thermos, piove e fa freddo. L’italiano accusa i primi dolori al trentesimo km, resiste ancora per quasi otto km finchè non decide di fermarsi per liberarsi infine del peso. Riparte sempre in testa, ma il britannico Nihill lo pressa cercando di metterlo ulteriormente in crisi fino a 3 km dalla fine quando Pamich stacca l’avversario e si invola verso la sua prima sofferta e meritata medaglia d’oro. Successivamente ammetterà: “Ho agguantato il filo di lana e l’ho spezzato con le mani: volevo essere sicuro che questa volta era mio, e mia la medaglia d’oro che aspettavo da tanto tempo”.
Alessandro Di Nardo