Un’immagine scattata dal grande Alfred Eisenstaedt in una fabbrica di pasta in Italia nel 1932.
Tutto il mondo scherza sullo stereotipo dell’italiano mangiaspaghetti, ma, come diceva Cesare Marchi: “Il nostro, più che un popolo, è una collezione. Ma quando scocca l’ora del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, gli abitanti della penisola si riconoscono italiani come quelli d’oltre manica, all’ora del te, si riconoscono inglesi. Neanche il servizio militare, neanche il suffragio universale (non parliamo del dovere fiscale) esercitano un simile potere unificante. L’unità d’Italia sognata dai padri del Risorgimento oggi si chiama pastasciutta.”