L’esorcista è sicuramente una pietra miliare della cinematografia horror, ma se vi dicessi che si ispira a un caso reale?
Nella FASCIA DARK di stasera parliamo infatti del caso di possessione che ha ispirato un classico della paura, ovvero dell’esorcimo di Robbie Mannheim.
Partiamo subito specificando che Robbie Mannheim è uno pseudonimo. Questo perché il protagonista di questa vicenda è un bambino, un povero ragazzino che alla fine degli anni 40 subisce un esorcismo.
Per tutelare il bambino si decide per uno pseudonimo, ma il sacerdote Raymond Bishop trascrive la storia sul suo diario che arriva fino a noi. Il diario di Bishop e la testimonianza del reverendo Walter H. Halloran ( uno degli ultimi testimoni oculari che ha partecipato all’esorcismo) sono tutto ciò che abbiamo oggi di quegli eventi di giugno del 1949.
L’infanzia di Robbie trascorre tranquilla: il bambino è abbastanza timido e solitario e l’unica particolarità è una zia spiritualista che introduce il bambino a giochi “originali”, come l’utilizzo della tavola Ouija. Le attività paranormali iniziano proprio con la morte di questa zia. Gradualmente, in casa si iniziano a sentire passi e scricchiolii, fino ad arrivare alla levitazione di alcuni oggetti.
Medici e psichiatri visitano il ragazzo, ma non riescono a dare spiegazioni a quegli strani eventi o comunque a ricollegarli a Robbie.
Alcuni uomini di chiesa decidono così di osservare il ragazzo durante la notte notando alcuni degli strani eventi sopra descritti, come una poltrona rovesciata, rumori di graffi dalle pareti, vibrazioni dal letto, etc. Si decide quindi per un esorcismo.
Il rito deve però interrompersi perché Robbie ferisce violentemente il braccio del pastore. Tornato a casa i genitori scoprono un gran numero di lividi arrivando a sospettare che il ragazzino sia in realtà picchiato dal pastore stesso.
È a questo punto che i genitori di Robbie contattano Bishop che, dopo una visita al ragazzo, riconferma la necessità di un rito esorcistico al piccolo che intanto è stato internato in un ospedale psichiatrico.
Durante l’esorcismo, che deve obbligatoriamente svolgersi di fronte ai genitori del ragazzo e ad altri due pastori, Robbie emette versi gutturali, parla in latino, mostra una forza e una resistenza “non umana” oltre ovviamente a provare un’inquietante avversione per ogni oggetto sacro.
Si eseguono circa 30 esorcismi sul ragazzo fino ad arrivare al rito finale che libera finalmente Robbie che emette un verso udito in tutto l’ospedale. Dopo l’esorcismo il ragazzino riprende normalmente la sua vita e non viene più intaccato da alcuna presenza.
Per la chiesa non ci sono dubbi, si è trattato di un caso di possessione, ma per la medicina?
Secondo i medici Robbie era semplicemente molto viziato e voleva attirare l’attenzione su di sé a qualsiasi costo.