Tutto ha inizio con una frase : ”I don’t like Mondays”, “Non mi piacciono i lunedì”. È questa la motivazione che Breda Ann Spencer fornisce alla polizia quando l’arrestano.
La ragazza ha 16 anni, ma le sue compagne la trovano un po’ strana e anche la psicologa che l’analizza la trova profondamente depressa e con tendenze suicide. Il padre Wallace allora per consolare la figlia, pensa bene di regalarle un fucile con un mirino telescopico di precisione.
Brenda ammetterà poi di aver pensato che il regalo del padre non fosse altro che un invito a suicidarsi.
Dal suicidio però Brenda passa all’omicidio. È la mattina del 29 gennaio 1979 e il preside della Cleveland Elementary School, posta proprio di fronte a casa di Brenda, sta aprendo il cancello per fare entrare a scuola i bambini. Brenda si apposta a una delle finestre di casa sua dalla quale ha una visuale dei ragazzini in un’ordinata fila indiana e inizia a sparare.
Il preside e il custode cercano di proteggere i bambini, ma non capiscono immediatamente cosa sta succedendo e vengono colpiti a morte.
In totale vengono sparati una trentina di colpi che uccidono due persone e feriscono otto bambini e un ufficiale di polizia accorso sul posto.
Dopo la strage Brenda si barrica in casa, dove rimane per circa 7 ore contrattando con la polizia. Viene mandato anche un giornalista al quale Brenda risponde candidamente il famoso “Non mi piacciono i lunedì” alla domanda sul perché avesse deciso per quel folle gesto.
Nonostante la giovane età, Brenda viene giudicata come un’adulta e condannata all’ergastolo. Durante il processo rilascia dichiarazioni come: “Guardare i bambini feriti mi ha molto divertita”, “Non c’erano ragioni per farlo, era semplicemente molto divertente.”, “Era come sparare alle papere nello stagno”.