FASCIA DARK un po’ più particolare. Non sarà infatti una FASCIA DARK su omicidi o misteri, ma sulla più famosa evasione mai realizzata. Il carcere? Niente meno che Alcatraz. Tutti i più grandi cattivi, i più violenti, i più pericolosi sono stati rinchiusi qui, nell’isola fortezza. I detenuti? I detenuti in questione non sono tra i più grandi cattivi, ma delinquenti di second’ordine, destinati tuttavia a diventare famosi quasi quanto i grandi boss incarcerati qua: Frank Morris ed i fratelli John e Clarence Anglin.
La mente pensante è probabilmente Morris che già dal suo primo anno di permanenza in carcere inizia a progettare la sua evasione. Per il suo piano riesce a convincere altri tre prigionieri: Allen West, John Anglin e Clarence Anglin. Il piano è semplice, ma richiede molto tempo. I detenuti pensano infatti di fuggire con una zattera dall’isola e per due anni rubano dalla prigione materiale per costruirla. La via di fuga è inoltre costituita dai condotti di ventilazione, ma per passare da li i prigionieri devono iniziare a scavare probabilmente con il manico di un cucchiaio, per allargare le condotte, dal maggio del 1962, lavorando a turni con le guardie che ovviamente non sospettano di niente. Il tocco geniale sono inoltre le maschere di cartapesta con le loro sembianze che creano per far credere alle guardie di stare dormendo, realizzate con carta e sapone.
L’11 giugno 1962 finalmente il gruppo può mettere a frutto gli anni di preparativi. Ad eccezione di West, che è troppo grosso per riuscire a passare dal buco creato, i prigionieri riescono ad uscire dalle loro celle attraverso l’impianto di ventilazione lasciando le famose maschere di cartapesta a camuffare la loro fuga e a rallentare il più possibile l’allarme. Grazie alla zattera e ad alcuni giubbotti di salvataggio fatti di impermeabili, il gruppetto arriva fino alla costa e scompare definitivamente. In carcere intanto, nessuno sospetta niente. La sorpresa è al mattino, quando viene ordinata la conta dei prigionieri. A Bill Long, vice delle guardie, viene riportato che qualcuno non vuole uscire per l’appello. «Andai verso la cella, mi piegai sulle ginocchia, misi la testa contro le sbarre. Infilai la mano sinistra, toccai il cuscino e urlai: Fuori per la conta!». Ma a Bill capita qualcosa di strano: «Bam, la testa rotolò sul pavimento».
Nessuno ha più notizie dei tre fuggitivi e la direzione del carcere sostiene che i tre detenuti siano semplicemente annegati. Le prove? Con le forti correnti e la bassa temperatura, nessuno può sopravvivere per più di 20 minuti; il piano prevedeva il furto di un’auto e di vestiti, ma non ci sono state notizie nei 12 giorni successivi alla fuga e infine, semplicemente, per i 17 anni seguenti non ci sono state prove della sopravvivenza dei fuggitivi. Tutte scuse per coprire il fallimento di una prigione considerata inespugnabile?
A distanza di anni la fuga da Alcatraz non si è ancora conclusa. C’è chi dice che ora vivono in Alabama, li ha visti in un paesino, in fattoria. C’è chi dice che si presentarono a casa sua quand’ era ancora una bimbo. Anche adesso, che sono passati 55 anni da quella fuga che il celebre film con Clint Eastwood trasformò in un mito, nessuno sa cosa sia veramente successo ai tre carcerati capaci di fuggire dalla fortezza di Alcatraz. Questo è probabilmente l’ultimo grande mistero d’America.
